GENIVOLTA – ALTRI ELEMENTI DEL PAESAGGIO
ROGGIA DELMA
Antico corso d’acqua, oggi ridotto a piccolo colatore, che attraversa l’abitato di Genivolta e solca le campagne circostanti, per poi sfociare nel fiume Oglio. Se ne trova la prima menzione nell’anno 852, quando l’imperatore Ludovico II riconfermava alla Pieve di Genivolta i diritti d’acqua necessari sia per dar movimento ai mulini, sia per il transito delle imbarcazioni che navigavano l’Oglio e la Delma, unitamente ai commerci che vi potevano giungere tanto dalle regioni di montagna quanto da quelle di pianura. Quanto sopra lascia supporre che la Delma fosse un corpo idrico dalle dimensioni e dalla portata sufficienti per la navigazione di piccole imbarcazioni. Alcuni studiosi, dall’esame di documenti storici e di carte idrografiche, ipotizzano una originaria continuità idrografica tra le acque della Delma, il cui tronco superiore sembra partire dalla Melotta, che poi costituirono il Naviglo Civico di Cremona, e il dugale Delmona vecchia. Questa continuità idrografica tra Delma e Delmona lascia immaginare l’esistenza di un antico “fiume scomparso” intermedio tra i corsi dell’Oglio e del Po.
CAPPELLA DEI MORTI DI S.PIETRO
La modesta cappella, posta al limite della scarpata di Montirone, località ampiamente ricordata in documenti medievali dal X al XII secolo, rappresenta la riedificazione, per ragioni devozionali, di un antico edificio detto “Morti di S. Pietro” per le numerose ossa, testimonianza di una necropoli, preesistente in zona e d’epoca imprecisata. Vicino e degno di nota, per aver mantenuto la classica conformazione a “ testa di fontanile”, è proprio il fontanile di S. Pietro che si trova ad un centinaio di metri della omonima edicola. La zona, leggermente ondulata, delimitata dalla boscosa scarpata posta ad anfiteatro, si può raggiungere percorrendo una carraia infossata in una ombrosa “forra”.
I BOSCHI DEL VESCOVO
Tra i beni della mensa vescovile di Cremona in Genivolta, dal X al XIX secolo, oltre al “palazzo”, ora palazzo comunale, vi erano terre e acque, pascoli e boschi. Per avere un ordine di grandezza dei possedimenti vescovili, nel 1838 delle 17.000 pertiche di terra oltre 3.000 erano tenute a bosco, le restanti 14.000 erano divise in 14 “possessioni” con le relative case coloniche, attuali cascine. Dai boschi si ricavava legna “da fuoco” o da carbone (bosco ceduo) e legname “d’opera”o da cantiere (fustaia). Oggi, a testimonianza di questa antica ricchezza boschiva, sono rimasti gli ampi boschi ripariali del fiume Oglio, tra cui la Riserva naturale del Bosco della Marisca, e i corridoi boscati delle scarpate delimitanti la valle dello stesso fiume Oglio, oltre che la fascia della cosiddetta Valle dei Navigli, come tutti possono ben vedere passando per i 13 ponti.
LE CENTRALI IDROELETTRICHE DI GENIVOLTA.
Il territorio genivoltese possiede un articolato sistema di navigli, rogge, canali e salti di quota che ne caratterizza il paesaggio e consente l’ottenimento di energia tramite mini impianti idroelettrici. La produzione di energia con impianti idroelettrici è basata su un semplice principio: l’energia cinetica di una massa d’acqua in movimento viene trasformata in energia elettrica mediante l’uso di una turbina e di un alternatore. L’energia cinetica dipende dalla portata del corso d’acqua e dal “salto” disponibile. Nel comune di Genivolta sono attualmente in funzione ben tre centrali: Genivolta 1, Genivolta 2 e la Rezza. Le prime due sfruttano i due principali “salti” che lo Scolmatore di Genivolta effettua lungo il tracciato che da Tombe morte lo porta a sfociare nel fiume Oglio. La centrale della Rezza, rimessa recentemente a nuovo, si trova lungo il Naviglio Grande Pallavicino e sfrutta il “salto”che fin dal 1901, e per alcuni decenni, ha fornito energia elettrica all’Azienda Municipalizzata del Comune di Soresina.
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